TRICOLOGIA

La Tricologia è quella "branca" della Dermatologia che si occupa dei capelli e delle patologie del cuoio capelluto. Una disciplina interessante, ma che spesso nasconde molti raggiri e talvolta anche truffe.
Innanzitutto è necessario chiarire che non esiste la figura del tricologo. In medicina non esiste la specializzazione in tricologia. E' il dermatologo, il medico abilitato alla cura della pelle e dei suoi annessi cioè capelli ed unghie.
Quando i capelli iniziano ad indebolirsi, l’unico modo per liberare il campo da dubbi, false credenze o illusioni è chiedere aiuto al dermatologo.
Nella maggior parte dei casi, la perdita dei capelli rappresenta un fenomeno del tutto naturale, legato all’invecchiamento. Questo “esaurimento funzionale” inizia già nei primi anni di vita per continuare fino alla morte dell’individuo con in media una perdita di perdita di capelli pari a circa l’1 per cento l’anno. Il capello cresce in media 1 centimetro al mese per 2-4 anni, per poi entrare per 2-4 settimane nella fase di riposo. Dopo questo periodo il capello cade. Normalmente, ogni giorno vengono persi circa 100 capelli. Si calcola che intorno ai 40-50 anni di età un soggetto sano, sia di sesso maschile che femminile, abbia perso circa il 40 per cento dei capelli.
Tuttavia, negli ultimi anni, la caduta dei capelli ha assunto un'importanza ed un significato decisamente superiore rispetto al passato per una maggiore sensibilità verso l'aspetto esteriore della propria persona. La capigliatura, vissuta come riflesso di salute fisica, diventa rapidamente fonte di disperazione quando si sfoltisce.

Esistono due forme ben distinte di "perdita dei capelli", l'ALOPECIA ANDROGENETICA e il TELOGEN EFFLUVIUM.

ALOPECIA ANDROGENETICA o CALVIZIE COMUNE - E' la forma più comune di calvizie negli uomini e colpisce oltre 5 milioni di italiani. Consiste in un lento e progressivo diradamento dei capelli che conduce a quadri di calvizie più o meno accentuati. Ne soffrono il 15 per cento degli uomini fra 18 e 30 anni e più del 50 per cento fra i 40 e i 50 anni. Dopo i 50 anni si manifesta in circa il 90 per cento degli uomini e nel 40 per cento delle donne.
Nella donna la perdita di capelli è di solito meno evidente che nell'uomo: si verifica un diradamento del vertice che però non è mai totale. Nell'alopecia femminile è necessario valutare la presenza di disfunzioni ormonali. Comunque nell'80 per cento dei casi nelle donne l'alopecia androgenetica ha carattere ereditario con trasmissione dal ramo materno.
La causa dell'alopecia androgenetica è il testosterone, un ormone maschile che viene convertito a livello dei tessuti periferici nella sua forma attiva, il diidrotestosterone (DHT), che è responsabile delle trasformazioni a carico del bulbo del capello. Il DHT contribuisce ad abbreviare la fase di crescita e ad assottigliare il capello; il normale ciclo del capello viene così modificato e aumenta il numero dei capelli persi giornalmente. Il risultato è un progressivo assottigliamento e indebolimento dei capelli (miniaturizzazione dei capelli) con successiva caduta e atrofia del follicolo pilifero che avviene prevalentemente in alcune zone del cuoio capelluti (area frontale e vertice). La calvizie può iniziare a qualsiasi età dopo la pubertà. Nell'uomo si verifica un progressivo arretramento della linea dei capelli della fronte (la cosiddetta "stempiatura"), oppure un diradamento sul vertice della testa. Nella donna invece si verifica un diradamento generale dei capelli di solito in età più avanzata rispetto agli uomini (nel periodo pre e post menopausa). Le donne non diventano quasi mai completamente calve a meno che non siano affette da malattie che causano un aumento degli ormoni maschili.


      La calvizie quindi è legata a due fattori:
      1. l'effetto degli ormoni androgeni (maschili)
      2. la predisposizione genetica ereditata dal lato paterno o materno della famiglia


Abbiamo visto come la causa della caduta dei capelli sia una sostanza derivata dal testosterone, il diidrotestosterone, un ormone maschile. La quantità di questo derivato "nocivo" per i capelli che viene prodotto a livello del cuoio capelluto dipende dalle caratteristiche genetiche di ogni individuo, cioè è ereditaria. La predisposizione genetica influenza la sensibilità dei follicoli agli ormoni maschili e quindi la rapidità di comparsa e la gravità della malattia. Quindi non è un "eccesso di testosterone", come talora si crede, il responsabile della calvizie, ma il bulbo pilifero che risponde in maniera esagerata al derivato diidrotestosterone che è, come detto in precedenza, il primo responsabile della calvizie maschile.


TELOGEN EFFLUVIUM - Detta anche "DEFLUVIUM", è una forma acuta di breve durata di caduta dei capelli dovuta ad una serie di fattori che possono provocare un indebolimento del capello fino a farlo cadere. E' più frequente nella donna e può verificarsi in tutte le età della vita.
Il paziente lamenta una aumentata caduta di capelli sia al momento del lavaggio che nel corso della giornata (possono cadere dai 100 ai 500 capelli al giorno!). Talvolta il paziente racconta fastidio o anche dolore al cuoio capelluto. Sono fenomeni molto evidenti che preoccupano molto i pazienti, ma che non provocano diradamenti irreversibili: i capelli persi ricresceranno.
La caduta dei capelli diviene evidente circa 3 mesi dopo l'evento che ha provocato il defluvium.

Un Telogen Effluvium può essere conseguenza di due situazioni:
1) Una interruzione del ciclo del capello con brusco passaggio dalla fase di crescita alla fase di riposo. E' la forma più comune di defluvium, di solito conseguente a malattie infettive, alcuni farmaci (vitamina A), anestesia generale, mancanza di ferro (anemia vera oppure anche solo livelli di ferritina bassi),

2) Prolungamento della fase anagen del ciclo follicolare. Consegue a condizioni che prolungando la fase anagen, impediscono la fisiologica entrata in riposo del follicolo. Quando queste condizioni vengono meno, tutti i follicoli in anagen prolungato entrano contemporaneamente in riposo.
E' questa la caduta di capelli che si verifica dopo il parto o dopo l'interruzione della pillola anticoncezionale.

Uno dei fattori più importanti sono le diete, spesso "fai da te", che determinano dimagrimenti troppo rapidi e che sono negativi per i capelli e predispongono a cadute imponenti e protratte. Studi recenti indicano che per un corretto assorbimento del ferro è importante l'aminoacido Lisina, contenuto soprattutto nella carne rossa. Per questo motivo una dieta povera di carni rosse è spesso associata a forme di defluvium.
Negativo è anche il fumo, lo stress, un importante intervento chirurgico, molti farmaci, alcune malattie (il diabete e patologie della tiroide), il periodo post parto (soprattutto se la mamma allatta ed è stressata dai nuovi ritmi di vita) e la presenza di mestruazioni abbondanti e frequenti.
Inoltre i capelli vanno protetti dal sole e dalle lampade abbronzanti. Il sole fa andare i capelli in una fase di riposo e la caduta autunnale è quindi il risultato dell'esposizione al sole dei mesi estivi.

Queste forme per lo più si risolvono spontaneamente, ma possono essere utili integratori alimentari accompagnati da una dieta equilibrata, non carente di proteine, frutta e verdure. Sono utili anche i trattamenti cosmetici (shampoo e lozione anticaduta). E' bene inoltre non spazzolare energicamente i capelli ed evitare il ricorso a colorazioni, decolorazioni e permanenti.






  Ultimo aggiornamento: 1.10.2012

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